Questo è il racconto di Alessia, partita per un’esperienza di volontariato di breve durata a Salonicco. Buona lettura!
Ho sempre desiderato fare un’esperienza di volontariato all’estero, ma non ho mai avuto la possibilità di partire per un lungo periodo. Quest’inverno, però, mi si è presentata l’opportunità di partecipare ad un campo di lavoro di due settimane in Grecia, presso un centro di recupero di fauna selvatica e ho colto subito l’occasione.
Sono arrivata a Salonicco carica di aspettative, voglia di lavorare, di imparare e molto emozionata. Il centro si trovava fuori dalla città, ai margini del parco naturale del Delta del fiume Axios. Dal primo all’ultimo istante trascorso in quel centro sono stata accolta come se fossi una di famiglia e mi sono sentita subito a casa. Ho potuto condividere l’esperienza con una volontaria SVE francese con cui ho percorso questa bellissima avventura. Mi sono trovata davanti ad una realtà in cui la presenza dei volontari è veramente fondamentale e ho avuto l’opportunità di imparare tantissime cose sulla gestione di un centro di recupero, sulla cura e la riabilitazione degli animali feriti e sull’importanza di sensibilizzare la popolazione su queste tematiche. In ogni momento, i volontari del centro si sono dimostrati disponibili ad insegnarci tutto ciò che serviva e ad aiutarci con le sfide e le difficoltà quotidiane.
Ma la mia esperienza a Salonicco non è stata caratterizzata solo dal lavoro nel centro. Far parte di un’organizzazione di volontariato come il centro Drasi significa anche far parte di una famiglia. E così, ho potuto condividere momenti unici, tra un sorso di Rakomelo – alcolico tipico, servito caldo durante i pasti – e un morso di Melomakarono – il dolcetto aromatizzato alla cannella e all’arancia -, il tutto accompagnato dalle instancabili note suonate dai musicisti Rebetici che riempivano le numerose taverne di Salonicco. Ho conosciuto persone provenienti da tutto il mondo, di qualsiasi età e cultura. Abbiamo parlato di viaggi, di sogni, di lavoro, di passioni, di cibo, di musica, di vita, di lotte, di progetti e di molto altro.
Dopo due settimane, la mia prima esperienza di volontariato abroad si è conclusa e se ripenso a tutto ciò che ho vissuto in quei 14 giorni mi sembra incredibile. L’unica cosa che rimpiango è di non esser potuta rimanere di più, ma c’è sempre tempo per recuperare. Penso che questo tipo di esperienze debbano essere fatte da tutti almeno una volta nella vita. Se vi spaventa l’idea di partire, non abbiate timore di fare quel “salto nel vuoto” perché ne vale sempre la pena quando si ha l’occasione di entrare in contatto con una nuova cultura e di conoscere tante persone diverse, poiché tutto ciò che riceviamo da un viaggio costituisce la nostra vera ricchezza. Sperando di poter un giorno rincontrare tutte le persone che ho conosciuto in questa avventura, non mi resta che dire… YAMAS! (Viva!)
Alessia Uboldi