Quando un’amica e collega mi ha proposto l’esperienza di volontariato presso la Moonlight Children’s Home, una casa famiglia per bambine orfane, abbandonate, maltrattate in Nepal, ho subito aderito, sentendo potesse costituire una esperienza interessante da più punti di vista. Ho coinvolto poi un paio di amiche carissime, abbiamo comunicato la nostra disponibilità, ottemperando alle richieste dell’Associazione Joint, cui il progetto faceva capo. Abbiamo così avuto passaggi informativi importanti con Elisa, esitati in una interessante call di gruppo con altre persone destinate ad altri progetti in altre parti del mondo.
La partenza è stata accompagnata da molta curiosità, solo parzialmente soddisfatta dal leggere quanto potevamo sul Nepal, la sua storia, la sua cultura. Aspettative positive, sì, ma anche attesa per il nuovo…
Siamo state accolte con gioia, disponibilità, gentilezza, curiosità, apertura… Questi atteggiamenti, davvero, sono rimasti per tutto il tempo della nostra permanenza, approfondendosi e ampliandosi. È così iniziata una bellissima avventura che ci ha permesso di entrare in contato con persone davvero splendide, le bambine, le ragazzine, gli adulti… chiunque di loro ha fatto di tutto per farci sentire accolte e benvolute.
Il clima relazionale che si respira nella Children’s Home è di calore, affetto, armonia. Abbiamo potuto partecipare ai vari momenti in cui la lunga (dalle prime ore del mattino) giornata è scandita, tra preparazione dei pasti, pulizie degli ambienti, lavatrici, accompagnamento a scuola delle bambine, aiuto nei compiti, momenti di gioco al termine dei doveri scolastici, preghiere serali, cene, colazioni e merende, danze nepalesi e lezioni di yoga.
La partecipazione è stata sempre attenta e attiva, insomma davvero piacevole e deliziosa! Abbiamo imparato moltissimo della cultura grazie a uno spirito di condivisione e inclusività davvero speciali, poiché sempre autentici. Ci hanno fatto sentire “di famiglia” molto presto. Ci hanno, inoltre, anche portato in giro per templi, monasteri buddhisti, antiche città, palazzi reali, feste di etnie particolari, fino a intravedere, anche se per poco (la stagione monsonica piena porta nebbia e nuvole) un pezzettino di Himalaya. In questa disponibilità abbiamo potuto avvertire il sincero desiderio di renderci partecipi della loro vita, della loro cultura, della loro storia. Il momento del commiato è stato fortemente commovente per tutti, soprattutto per noi, per le parole che ci sono state rivolte, le letterine scritte, per i piccoli regalini (una piccola sciarpa tradizionale e una piccola brocca anch’essa di uso comune): era evidente che si era creato un bel legame con tutti loro, piccoli e grandi!!!
Credo che rimarrà nel nostro cuore questo tempo importante per la mente ma anche l’anima!
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