La mia esperienza di volontariato in Nepal presso Medical Care è durata solo due settimane ma, nonostante ciò, è stata davvero ricca e stimolante. I primi due giorni sono stati dedicati all’accoglienza di noi volontari e alla presentazione dei diversi progetti che ci avrebbero coinvolto. Il terzo giorno, invece, ci siamo spostati in un paesino in periferia a Kathmandu.
Il mio progetto, in partnership con VIN Nepal, riguardava la salute pubblica, nello specifico mi è stata assegnata la tematica della condizione patologica dell’ipertensione. L’obiettivo era diffondere la cultura della prevenzione, in questo caso per prevenire l’ipertensione, adottando dei comportamenti salutari e sani. Io insieme ad altri volontari locali ci siamo serviti di cartelloni e attraverso disegni e schemi sintetici siamo andati presso varie comunità locali a presentare questo progetto. Abbiamo incontrato per lo più donne e bambini che si trovavano in prossimità delle abitazioni; gli uomini solitamente si occupavano delle terre e di lavori all’aperto che richiedono la lontananza fisica dalle case. Mi sono rivolta a loro in lingua inglese ed i volontari locali che mi accompagnavano presso queste comunità traducevano nella lingua locale nepalese. La maggior parte è stata interessata e ha cercato di interagire con me e con gli altri volontari. Grazie a quest’ultimi sono riuscita ad entrare in vero contatto con la cultura nepalese e mi è stata trasmessa la gentilezza e l’autenticità della gente.
Alcuni pomeriggi ho, anche, raggiunto altri volontari in una scuola per bambini e ho condiviso con loro attività ludico ricreative. I bambini mi hanno sempre coinvolta come se fossi del posto, nonostante si notasse chiaramente la diversità etnica. Mi ha colpito la loro curiosità ad interagire con uno straniero e il tentativo di comunicazione non verbale attraverso gesti e giochi. La lingua è sicuramente una barriera comunicativa ma con i bambini non è limitante anzi permette di sfruttare altri metodi d’espressione. Le persone che ho incontrato mi hanno presa per mano e mi hanno affiancato in questa esperienza che mi ha regalato un ventaglio di emozioni.
I primi giorni ammetto che è stato impegnativo abituarsi alla loro realtà in termini di condizioni abitative e di vita in generale. È una realtà molto distante dalla mia, non per forza peggiore o migliore, semplicemente diversa. Abituata agli agi e al comfort della mia vita, è stato all’inizio complesso ma una volta che si entra nella loro mentalità e abitudini è tutto in discesa. Si arriva in un Paese diverso dal proprio e per capirlo veramente bisogna entrare e vivere nella loro quotidianità e condividere il proprio tempo con le persone del posto. È stata un’esperienza positiva e di spessore ed è andata oltre le aspettative. Scegliendo tale destinazione bisogna essere già consapevoli che sarà necessario mettersi in gioco e mettere in discussione le proprie abitudini. Forse è proprio per questo che la semplicità, la spontaneità e l’originalità del popolo nepalese sono rimaste impresse dentro di me.
Sabrina
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